ALTA MODA E ANCHE CRISI

NON E’ TUTTO ORO CIO’ CHE BRILLA

Dopo lo spettacolo della moda si fanno i conti, soprattutto si deve far quadrare i conti. Ma è difficile, molto difficile anche per chi sta in alto e ha sempre visto solo cifre a molti zeri che ingrossano il prezzo finale del vestitino trendy, anche per chi fa immagine e dei conti non si è mai importato nulla. I conti non tornano e il bilancio non quadra.

“IL LUSSO AD OGNI COSTO”

è un desiderio in crisi.

E anche dentro l’apparato glamour delle aziende moda si fanno i conti ma si vuol continuare a comunicare che per il lusso non c’è crisi. Sono di diverso parere coloro che vivono di riflesso alle organizzazioni degli eventi: i gestori dei locali, di bar, ristoranti, hotel, discoteche, i tassisti, che denunciano un calo degli incassi e se si considera tutta la filiera del sistema moda sono in molti a denunciare la perdita del posto di lavoro.

IL “MADE IN ITALY”

quello dei marchi prestigiosi, si produce molto all’estero, e si serve di tessuti e accessori prodotti all’estero.

E I PRODUTTORI ITALIANI?

Quei pochi che resistono sono impegnati a lavorare facendo i conti con i costi altissimi di tassazione e spese di gestione, devono prendere manodopera straniera perchè meno costosa e devono produrre scarsa qualità perchè se costa troppo non si vende. Ora l’eccellenza italiana si esporta ed è vendibile solo all’estero dove la rinascita economica crea nuovi ricchi che si servono della nostra qualità.

E NEI NOSTRI NEGOZI?

Chi vende solo firme ha sempre le vetrine eccentriche e all’ultima moda. Noi che vendiamo abiti e moda facciamo fatica a trovare il made in Italy a buon prezzo, di buona fattura e di misure comode. Gli stilisti troppo spesso si dimenticano che la gente in strada è un’altra cosa che le top-model. Disegnano e sviluppano le taglie ispirati dalle donne magre e si dimenticano di allungare la mezza manica al gomito per coprire braccia robuste, di allungare l’orlo per nascondere ginocchia arrotondate, di allargare i fianchi per contenere misure generose. Nei nostri negozi le vetrine sono luminose di novità e speranza.

Ma noi non siamo impegnati con falsità a nascondere i problemi che affliggono il nostro quotidiano. In negozio entra tanta gente ma sono sempre di meno le persone che hanno bisogno di comprare un abito nuovo. Sempre di più le persone sono confuse da tanta offerta di merce, di sconti, di ribassi, di outlet, di falsi, di imitazioni, di indubbia qualità.

NON SE NE PUO’ PIU’

Ma dopo 30 anni di lavoro tra un pubblico al quale abbiamo dedicato tanta attenzione e ispirato grande fiducia non vorremmo essere noi ad averla esaurita.

COSA FARE?

Noi cerchiamo di vivere la crisi come momento di ispirazione per ritrovare nuovi valori di sobrietà condividendo l’urgenza di rununciare al superfluo e mantenendo come sempre i nostri prezzi competitivi e soprattutto giusti.

Ognuno ha il suo stile e non solo nel vestire.

A voi il buongusto di scegliere.

Teresa d.

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